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Trento, 24 febbraio 2015
CAMBIAMENTI CLIMATICI, AGRICOLTURA, INQUINAMENTO, CASA,
POLITICHE SOCIALI, MOBILITÀ, BENESSERE EQUO-SOSTENIBILE

Intervento di Lucia Coppola, consigliere verde a Trento,
in discussione generale sul bilancio 2015 del Comune di Trento

Questa discussione sul Bilancio di fine legislatura rappresenta in qualche modo per ciascuno e ciascuna di noi anche un bilancio personale, se pure politico, del proprio impegno, degli obiettivi prefissati e in qualche caso di quelli raggiunti, delle relazioni intercorse, di quello che si è imparato. Di un cammino istituzionale ma anche umano lungo ben sei anni, che ha segnato le nostre vite, il tempo della nostra vita, in modo importante. Perciò colgo l'occasione, perché non penso di averne altre, per ringraziare il Signor Sindaco, anche per la sua bella relazione, e voi tutti Colleghe e Colleghi, il Presidente del Consiglio Comunale e l'ufficio di Presidenza, Assessori, Funzionari dei differenti Servizi, la Segreteria, gli Uscieri per l'amicizia, il confronto e lo scambio reciproco. L'aiuto e il sostegno sempre sollecito. Per il lavoro fatto insieme. Per il tanto che ho potuto imparare e per ciò che ho potuto condividere dei miei pensieri, dei miei ideali, della mia idea di politica.

Inizierò il mio intervento, che avrà uno stampo prettamente ambientalista data la mia collocazione partitica, da un tema che tutti ci riguarda e che a me sta molto a cuore.

La preoccupazione per il cambiamento climatico non riguarda solo la temperatura che sale e le sue conseguenze, ma anche il tema delle disuguaglianze perché viviamo in un sistema che rende ancora più brutale nei confronti dei più deboli un ambiente squilibrato. I danni  al territorio e all'ambiente, anche in questa parte del mondo, sono sotto gli occhi di tutti e si evidenziano in disastri immani, in piccole economie che si sbriciolano sotto l'irruenza del torrente di turno, in imprese messe in ginocchio anno dopo anno, con danni alle colture e al paesaggio. In famiglie che non riescono più a trovare la forza per risollevarsi. Ma soprattutto, ogni volta che un evento traumatico si abbatte sul martoriato territorio italiano, con perdite di vite umane. Anche il territorio trentino è stato segnato in più occasioni  da eventi catastrofici particolarmente pesanti e per lo più evitabili e non può chiamarsi fuori rispetto  un'idea di politica più consona  e sostenibile e compatibile con le caratteristiche del nostro territorio.

Dobbiamo intervenire prima che i cambiamenti climatici modifichino in modo irreparabile il delicato equilibrio mondiale. E' inutile discutere di riduzione graduale di CO2 nei prossimi trent'anni, bisogna partire subito, dicendo che ogni anno vanno ridotte le emissioni dall'otto al dieci % dappertutto.

In questo contesto, l'accordo tra il presidente Obama e quello cinese e il trattato che ne è seguito è sicuramente un fatto storico e forse anche sorprendente rispetto alle politiche ambientali dei due paesi, ma ancora fortemente inadeguato.

Lo scontro è ancora tra ciò che è politicamente possibile e ciò che è scientificamente, umanamente, ecologicamente necessario.

Porre fine nei tempi lunghi e limitare nell'immediato l'uso dei combustibili fossili deve essere dunque parte fondante di un processo di transizione non più rinviabile: dal piccolo di un singolo comune, di una provincia, di una regione, di uno stato per arrivare ai cosiddetti “grandi della Terra” e nello specifico al summit sui cambiamenti climatici previsto per il 2015, che ci auguriamo porti indicazioni lungimiranti e azioni politiche conseguenti.

E' proprio qui, in questo contesto, che si deve collocare un ricorso più deciso e convinto alle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici, una piena realizzazione e riconversione economica, finanziaria, ambientale del nostro Comune affinché sostenga, con l'apporto insostituibile della Provincia,   le imprese e le famiglie, i lavoratori e i giovani nella riconversione dello stile di vita e di lavoro, verso una Green Economy che porti benessere diffuso, nuovi posti di lavoro e più  salute.

Gli anni della crisi hanno portato a Trento come nel resto d'Italia, le famiglie a ridurre i costi dell'energia. 

A livello familiare, come notavo, si parte dalle piccole cose come le lampadine tradizionali, fuori commercio dal 2010, sostituite con  quelle a risparmio energetico, per arrivare a spese molto più significative anche a livello ambientale, come il ricorso ai pannelli solari e fotovoltaici, la coibentazione degli edifici, la sostituzione delle caldaie, il ricorso ai mezzi pubblici, nella consapevolezza che la mobilità sostenibile è una delle forme di risparmio di energia e di attenzione alle emissioni di CO2 più vicine e utili ai cittadini, sia dal punto di vista del risparmio energetico ed economico che della salute.

I cittadini trentini hanno messo in atto attenzioni speciali: si è scesi infatti al 21,4 % per le spese sul riscaldamento delle abitazioni, al 15% per il riscaldamento dell'acqua, al 10% per il condizionamento. Ma la spesa per l'energia resta alta. I dati dell'indagine Istat sui consumi delle famiglie ci dicono che in media se ne vanno 1635 euro all'anno per famiglia con una forte differenziazione geografica: per il Nord il conto è di un terzo più salato che al Sud.

Dunque, fare scelte sostenibili per l'ambiente è anche vantaggioso economicamente perché gasolio e metano sono le energie più care, oltre che in via di estinzione, in quanto a incidenza sul budget familiari, anche se dalla scorsa estate il cartello dei produttori dell'Opec ha fatto abbassare il prezzo del greggio non riducendo la produzione nonostante il contrarsi della domanda dovuta alla crisi. Lo scopo è quello di rendere non competitivi il petrolio e il gas estratti dagli Stati Uniti con il costoso metodo del fracking. Così il petrolio è passato da oltre cento dollari al barile a meno di 50 dollari. E secondo gli analisti non è destinato a risalire nel breve tempo. Ma questo risparmio drogato, circa 202 euro l'anno a cittadino e un incremento del PIL di 0,5 punti, che di certo non ci è dispiaciuto, oltre che essere a tempo non elimina il problema dei costi sociali e sanitari dovuti all'utilizzo dei combustibili fossili, della finitezza di questa risorsa, e alla lunga rischia di costarci caro a causa della deflazione, dell'aumento dei tassi d'interesse sui mutui, dei consumi che non crescono.

La spesa media per le famiglie che usano il gasolio è di circa 1400 euro, per il metano di 1000 euro mentre per le bio-masse, come per il GPL, si attesta intorno ai 500 euro.

L'appello è ai nostri governi locali, al nostro Comune, perché investano davvero sul futuro, partendo da un presente più accettabile, da stili di vita più consoni ai tempi, investendo con coraggio sulle energie rinnovabili che costano poco, sono già presenti nel nostro ambiente naturale e non finiranno nel tempo come i combustibili fossili. A livello comunale e nonostante la scarsità di risorse si è continuato nella strada intrapresa per rendere il patrimonio immobiliare pubblico sempre meno energivoro e sempre più efficiente. L'affidamento a Siram della gestione calore ha determinato un apporto gratuito di ore di lezione da utilizzare nelle scuole sui temi dell'energia per l' a.s. 2015-2016. Si è intervenuti sull'edificio dei vigili urbani con 200 KW di fotovoltaico che garantisce  1/3 del consumo. Si è intervenuti, come ogni anno, su una scuola diversa, coibentando con un cappotto l'edificio scolastico di Madonna Bianca e della scuola media Winkler, ottimizzando anche la gestione calore, il riscaldamento degli edifici. Più in generale si è deciso di investire sul risparmio di energia degli uffici comunali risparmiando cento ore di riscaldamento sugli uffici comunali e analogamente sugli edifici che fanno capo all'Istituto Comprensivo TN5. Il solare termico per l'acqua calda è stato implementato solo alle Scuole Crispi in quanto considerato in genere poco vantaggioso per scuole, piscine e palestre, chiuse proprio nel periodo estivo quando maggiore è l'apporto legato all'energia solare.

Il lavoro che ho condotto da consigliera delegata, con alti e bassi, data la scarsa significanza insita in questo ruolo, un istituto a mio avviso tutto da ripensare, mi ha permesso comunque di interfacciarmi positivamente con molte professionalità e competenze interessanti, a partire dall' Energy Manager, nella pluralità di assessorati che a vario titolo si occupano del tema dell'energia, in particolare delle energie rinnovabili, oggetto della mia delega. Avevo presentato a inizio legislatura, temo un po' ingenuamente, un corposo programma di lavoro, probabilmente non richiesto, e devo prevalentemente alla mia volontà di dare valore a questo incarico  per lo più “simbolico”, aver potuto,  spero, stimolare azioni e buone pratiche, essere presente a qualche iniziativa, rafforzare in Consiglio, in Commissione Ambiente  e verso l'esterno l'informazione su un tema così centrale e importante. Un tema, quello dell'energia, che avrebbe diritto a pieno titolo nella prossima legislatura ad un assessorato ad hoc. Una richiesta che mi sento di fare al futuro Sindaco. Nel corso degli anni ho scritto molti documenti, alcuni nemmeno letti, credo, e che comunque non hanno avuto mai il beneficio di una risposta.  E' dunque più da consigliere comunale Verde che da consigliera delegata che ho presentato con un  ordine del giorno, per la seconda volta, perché era stato approvato anche nella scorsa legislatura, il Piano Energetico Comunale di cui si era inspiegabilmente persa traccia.  Altri ne ho prodotto sul Paes, sull'adesione al Patto dei Sindaci, corredati da parecchie interrogazioni e domande d'attualità, articoli di giornale che informassero l'opinione pubblica sulle.  Ringrazio comunque il Sindaco per la fiducia accordatami, certo in assoluta buona fede, e per tutte le volte che mi ha ascoltato. Ringrazio in particolare l'Energy Manager Simonini a cui è succeduta l'ingegner Claudia Patton, i dirigenti e i collaboratori degli Assessorati con cui ho interagito per la loro disponibilità e passione al servizio dei cittadini di Trento.

Saluto con soddisfazione, dunque, avendoci molto creduto, l'adesione al  PAES,  Piano d'Azione per l'energia sostenibile, che arriverà prossimamente all'attenzione del Consiglio Comunale per essere consegnato all'azione di governo della prossima legislatura,  propedeutico dell'adesione al  Patto dei Sindaci. L'Unione Europea ritiene infatti che le Amministrazioni locali, in particolare i Comuni, possono fare molto per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, +20, - 20, -20-, perché hanno la possibilità di agire in modo diretto e mirato su settori decisivi come il comparto edilizio e i trasporti. E gli strumenti individuati sono proprio quelli del PAES, del  Piano Energetico Comunale e l'adesione al Patto dei Sindaci che permettono di programmare, di rendicontare, di accedere ai fondi europei.

Trento Comune Agricolo

In questi giorni l'attenzione dei media, anche nazionali, ha posto in rilievo il triste primato del Trentino Alto- Adige, cuore della produzione frutticola nazionale con oltre il 70% della produzione nazionale di mele, per quanto attiene l'utilizzo di fitofarmaci, meglio noti come pesticidi. L'Ispra, l'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, non certo ambientalista ma decisamente governativo, risponde infatti al ministero dell'Ambiente,  registra che da noi si utilizzano più di 40 Kg di pesticidi per ettaro, contro i 9 utilizzati a livello nazionale. E ha avuto un bel dire il presidente di Coldiretti Calliari, intervistato a Presa Diretta su RAI 3, e pure membro della Fondazione Mach!,  a difendere le culture intensive trentine col fatto che i nostri prodotti sono meno pericolosi e invasivi. Purtroppo non ha convinto nessuno.

La trasmissione televisiva è stata impietosa nel rivelare che la strega di Biancaneve purtroppo abita qui, tra le bianche cime, i pascoli e i prestigiosi istituti di ricerca. Sempre di questi tempi assistiamo a una  grande pubblicità sul tema dell'alimentazione data dall' Expò 2015. Nel mondo produciamo cibo per 12 miliardi, siamo 7,3 miliardi di abitanti di cui 800 milioni soffrono la fame e circa la stessa quantità è obesa. Almeno il 30% del cibo, anche da noi, viene sprecato, Con queste premesse, che riguardano direttamente anche il nostro Comune, è chiaro che non serve produrre più cibo, usando più OGM, più pesticidi e deforestando, ma serve distribuire meglio il cibo perché lo spreco è davvero immorale. Ciò che serve è produrre cibo di più alta qualità, senza pesticidi soprattutto. Posto che il famigerato pesticida chlorpirifos etil che anche in Trentino ci si ostina ancora ad usare, viene rinvenuto nella polvere delle abitazione poste vicino alle coltivazioni, nell'urina, anche nei periodi di non trattamento, nel latte delle mamme e persino nei cordoni ombelicali dei bambini, gravidi di veleno.  Bandito in Usa ma consigliato da noi sempre dalla Fondazione Mach contro la psilla del melo, vettore degli scopazzi, è neurotossico, teratogeno e mutageno. Parole difficili per dire che è incredibilmente dannoso per la salute. Ed è stato rinvenuto in quantità significative e pericolose nelle acque dei torrenti e dei fiumi. Anche nel nostro comune non è più sufficiente sostenere l'agricoltura integrata, che non garantisce nessuno. Ci sono esempi di agricoltori che producono cibo di qualità e con maggior reddito senza usare pesticidi e con riduzione di trattamenti: questo modo di produrre si chiama agricoltura biologica e biodinamica. Ricordo che tra circa un mese nei fondovalle, e dunque a Trento che è il più grande comune agricolo del Trentino, inizieranno i trattamenti. Ricordo anche il paese di Malles in Venosta, dichiarato free, libero dai pesticidi con un referendum popolare. Ricordo che in Trentino stiamo ancora attendendo l'adozione del PAN, ennesima sigla che detta nuove prescrizioni in materia di prodotti fitosanitari, per un uso sostenibile. Infatti parla di distanze, di rinnovamento dei macchinari, vieta l'uso di pesticidi in aree adiacenti a zone sensibili, frequentate da persone vulnerabili (ma la salute dovrebbe essere un diritto per tutti!) . A Bolzano è già attuativo ma a Trento ancora non se ne fa niente e sono significative le dichiarazioni del presidente della Comunità di Valle della Val di Non, assessore alla salute (ahimè) del Consiglio delle Autonomie e funzionario del Servizio Agricoltura della Provincia che chiede un ulteriore rinvio perché, cito testualmente,  “a giugno siamo nel pieno dei trattamenti”. Non commento.

Siti Inquinati

Ricordo  la pericolosa  “amnistia e premio” contenuta nel decreto legge Destinazione Italia a favore dei soggetti che hanno determinato la nascita dei cosiddetti “SIN”, Siti inquinati di Interesse Nazionale, vere e proprie bombe ecologiche.  Il decreto permette ai proprietari dei siti inquinati prima del 2007 che intendono bonificarli e riconvertirli ad attività industriali/produttive, di accedere a sgravi fiscali, contributi pubblici e cancellazione di qualsiasi sanzione.

Insomma chi ha inquinato non pagherà più, anzi potrà ancora lucrare a spese dei contribuenti !

Secondo uno studio del servizio legislativo della Camera dei Deputati, vi è il rischio concreto che tale norma, lesiva del principio “chi inquina paga” sancito ormai da anni dalla normativa europea, provochi una procedura di infrazione per l’Italia costringendo poi lo Stato a pagare pesanti sanzioni economiche.

Una beffa vera e propria  per tutti i cittadini, che dopo aver subito la presenza di questi siti altamente inquinati, con rischi elevatissimi per la salute pubblica, vedranno sottratti ulteriori somme dal bilancio dello Stato per essere destinate a chi – essendo proprietario dei siti inquinati – avrebbe da tempo dovuto provvedere alle bonifiche.  

Anche l’area SLOI-CARBOCHIMICA, a Trento Nord, è ricompresa nell’elenco dei siti di interesse nazionale (SIN), anche se pare che la norma in questione non possa essere applicata a questo sito non essendo previsto il suo recupero a fini industriali-produttivi.   

Il sito, negli anni, è  stato oggetto di studi approfonditi e progetti di risanamento (a differenza di quanto è successo altrove), anche perché l’opinione pubblica trentina non ha mai distolto l’attenzione dal problema.

Tuttavia, - a parte gli studi e i monitoraggi – sembra esservi ora un certo disinteresse di  Comune e Provincia. Si stenta a dare avvio alle opere di bonifica, benché per la parte pubblica del sito, vale a dire “le rogge e le fosse di scolo delle acque” i progetti di recupero siano già bell' e pronti. Si tratta solo di “cantierare” i lavori.  

Oltre a ribadire il nostro totale dissenso per eventuali elargizioni di benefici a chi ha inquinato, siamo dunque fortemente preoccupati per la incomprensibile situazione di stallo.

La Provincia ha predisposto un progetto esecutivo di recupero per le rogge, che prevede interventi di bonifica volti anche  al risanamento della falda acquifera. Ora tutto è fermo per motivi economici, pare, anche se il monitoraggio, la rete di controllo delle analisi, ha determinato parametri allarmanti per la situazione delle acque nella zona di Trento Nord.

Dobbiamo sapere tutti che, in caso di alluvioni nella zona, gli agenti inquinanti potrebbero essere trasportati altrove dai corsi d’acqua inquinati.

Per quanto riguarda, invece, i terreni, di proprietà dei privati, l'immobilismo dimostrato finora non è certamente di buon auspicio. La crisi del settore immobiliare rende evanescente la speranza di recuperare con la vendita degli immobili i fondi necessari per la bonifica. Ritorna dunque d’attualità l’esigenza di riprendere in mano la questione delle bonifiche nelle sedi competenti – Comune di Trento e Provincia – per uscire finalmente dallo stallo. E’ evidente che la priorità assoluta è quella di evitare che le situazioni di rischio per danno ambientale si protraggano all’infinito, ma è altrettanto chiaro che un’area così importante e strategica per la città di Trento non possa essere lasciata nel totale abbandono e disinteresse.

Ci auguriamo perciò che la prossima legislatura sia dirimente rispetto a problematiche ambientali di questa rilevanza.

Il tema della casa

E' necessario, stante anche la crisi che ha ulteriormente ridotto da sette anni a questa parte le risorse delle famiglie, considerare sempre più la casa come bene e diritto primario della persona.

Applicando anche a questo tema i criteri della sostenibilità sociale e ambientale, accrescendo l'offerta, da parte dell'ente pubblico, come già si sta facendo, di alloggi a canoni moderati e agevolati per venire incontro alle necessità abitative di tutti coloro che sono nell'impossibilità economica di rivolgersi al mercato immobiliare privato. E' importante pianificare e sviluppare nuove modalità abitative, riqualificando il patrimonio pubblico  secondo le indicazioni dei Regolamenti provinciali e comunali sull'Edilizia Sostenibile. Intervenire sulla sicurezza e sulla vivibilità degli alloggi pubblici, garantendo innovazioni progettuali e tecnologiche. E soprattutto non consentire nuove lottizzazioni, e relativo consumo di suolo, fintanto che non si sia attinto al patrimonio immobiliare dismesso, da riqualificare e restituire alla collettività. Garantire inoltre opportuna infrastrutturazione, viabilità, mobilità sostenibile e servizi ai nuovi insediamenti, puntando su una città compatta e non ramificata sul territorio, con costi per le amministrazioni e difficoltà crescenti per i cittadini. Diminuire i consumi energetici e favorire la realizzazione di Piani Casa che consentano un'impronta ambientale sempre più leggera sul territorio e sull'ambiente. Sostenere, anche nel privato, con opportune azioni di sensibilizzazione, informazione e incentivi, interventi migliorativi in tema di coibentazione degli edifici, raffreddamento/riscaldamento, sostituzione delle caldaie, installazione di pannelli fotovoltaici e per il solare termico. Favorire e incentivare il ricorso alle energie rinnovabili, attingendo al patrimonio naturale sempre disponibile di acqua, terra, sole, vento. Informare i cittadini sugli incentivi nazionali e provinciale tesi ad una riconversione energetica delle abitazioni private, che consenta opportuni risparmi e una migliore qualità dell'aria. La presenza di tanto verde in prossimità della città non ci deve esimere dal favorire il verde pertinenziale, sia nel pubblico che nel privato, rinaturalizzando dove possibile parti di città degradate. Inoltre è doveroso incentivare la presenza nelle nuove abitazioni di spazi condivisi per la socialità e di luoghi dove i bambini possano ritrovarsi e giocare in sicurezza.

Accogliere e sostenere le iniziative dei privati che trovano forme associative aperte al territorio come i “condomini solidali”, presidio territoriale di buone pratiche a sostegno delle politiche sociali.

Questo tema è strettamente correlato a quello del consumo di territorio che resta quanto mai attuale ed è un punto di attenzione irrinunciabile.

Eppure, a fronte di tre milioni di ettari di terreno agricolo consumato, asfaltato o cementificato in Italia solo negli ultimi 15 anni, assistiamo a decine di migliaia di capannoni e case sfitte.

Il Trentino e Trento non si sottraggono purtroppo a questo trend negativo.

Tutto ciò porta da una parte allo svuotamento dei centri storici e dall'altra all'aumento di nuove lottizzazioni con abitazioni spesso inutilizzate a causa della crisi, di nuovi residenti in nuovi spazi e di nuove attività, che significano a loro volta  domande di servizi, mobilità e infrastrutture, con costi molto alti per la collettività. E così via all'infinito, con effetti alla lunga devastanti e dando vita a quella che si può definire “la città continua”: periferie urbane, quartieri -dormitorio senz'anima, per arrivare a quella che si chiama in architettura “conurbanizione”. Tutto è città.

Ma gli amministratori possono fare scelte diverse, sposando una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di territorio e alla cosiddetta “crescita zero”, che porta ad indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Alla base delle azioni amministrative che molte città d' Italia stanno compiendo c'è un forte movimento d'opinione, che comincia a farsi strada anche da noi. Perché il suolo ancora non cementificato non può essere usato come moneta corrente per i bilanci comunali; perché è necessario ripristinare un corretto equilibrio tra uomo e ambiente sia dal punto di vista della sostenibilità (impronta ecologica), che della qualità del paesaggio; perché il suolo di una comunità  è una risorsa insostituibile; perché il terreno può essere coltivato e le piante che vi crescono catturano l'anidride carbonica, drenano le acque, rilasciano frescura in estate; per senso di responsabilità verso le generazioni future; per offrire ai cittadini l'esempio di una via alternativa all'attuale modello di sfruttamento delle risorse, in questo caso della risorsa suolo.

Ricordo quanto prevedeva il dispositivo dell'o.d.g.  da me presentato che è stato approvato da questo consiglio comunale:
-   mettere in atto nel breve periodo una moratoria alle lottizzazioni e al consumo di territorio non urbanizzato con nuove edificazioni;
-   mappare case sfitte e case e capannoni in disuso;
-   costruire prevalentemente su aree già urbanizzate, salvaguardando il patrimonio storico, paesaggistico, architettonico della nostra città.

Intanto apprendo del sorgere di un nuovo Comitato a Ravina per salvaguardare quello che resta del bosco di Villa Margon dall'ennesimo capannone Lunelli che occuperebbe 450 mq, in una zona dove sono già stati sacrificati 15 ettari di bosco storico di pregio, che nelle intenzioni del barone Salvadori doveva essere conservato a beneficio della popolazione a cui lo aveva lasciato in eredità perché potesse godere del bellissimo paesaggio e di una passeggiata tra il verde.  La concessione edilizia è stata  rilasciata dal Comune di Trento e dalla Provincia il 28 ottobre 2014 e autorizza la trasformazione di coltura a scopo edificabile.

L'educazione ambientale non è ancora abbastanza al centro dell'impegno delle scuole, delle istituzioni, anche del nostro Comune, e non rientra nelle competenze richieste agli insegnanti, in un percorso formativo da cui non si può più prescindere.

E' necessario che i Comuni individuino nel breve tempo azioni rivolte ai giovani e ai bambini in età scolare, legate ai temi della sostenibilità, anche sulla base di percorsi tecnico-scientifici che creino competenze, senso di responsabilità e comportamenti virtuosi nei confronti dell'ambiente, delle risorse e del territorio di appartenenza da salvaguardare e proteggere. I bambini e i ragazzi possono imparare a vivere in modo eticamente ed ambientalmente sostenibile anche qui e ora. La scuola, luogo di formazione ed espressione di interessi generali legati al futuro, è il soggetto principale di questa nuova missione educativa planetaria; deve perciò porsi come compito prioritario quello di informare e promuovere l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili, il risparmio energetico anche negli edifici scolastici, responsabilizzando i singoli e le classi, creando la figura dello studente “Energy manager”, in sinergia con insegnanti ed esperti del settore.  Segnalo a questo proposito il progetto del Governo Renzi per introdurre l'Educazione Ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado a partire da settembre. Sarà nelle intenzioni un'educazione trasversale che riguarda tutte le materie, anche se l'obiettivo finale è quello di renderla una materia autonoma. Il piano, affrontato congiuntamente dai due ministri Giannini e Galletti, partirà con un Bando rivolto alle scuole che realizzeranno i migliori progetti didattici. E' previsto a questo proposito un piano di formazione dei docenti ad hoc. Nel frattempo sarà attivata una piattaforma digitale sui temi della bio-diversità, eco mafie, sprechi alimentari, dissesto idro-geologico, tutela del paesaggio. Diventerà centrale il ruolo dell'Assessorato all'Ambiente nella prossima legislatura per implementare questi progetti.

Le politiche sociali del comune e la programmazione in tempo di crisi

La riduzione dei trasferimenti statali agli Enti Locali è ormai un dato di fatto ampiamente noto; questo significa avere meno risorse a disposizione per garantire i diversi servizi che vengono offerti alla propria cittadinanza: asili nido, servizi per la non autosufficienza e per la disabilità, servizi educativi per i minori, centri diurni per gli anziani, interventi a sostegno del reddito, servizi di orientamento al lavoro, sportelli di informazione ai cittadini stranieri e via discorrendo.

Il  nostro Comune, in questo davvero encomiabile, sta impiegando molte delle sue energie per non intaccare l'importante sistema di welfare, l'impianto di servizi rivolto in particolare alle persone più fragili. Ma poiché le difficoltà finanziarie sono legate in ultima analisi al grande debito pubblico non è lecito sperare che questa tendenza si possa arrestare a breve, mentre è più probabile immaginare che il trend dei tagli alla spesa pubblica aumenterà. Per contro, le problematiche legate al mondo del lavoro, alla perdita o diminuzione del reddito, alla povertà, alle nuove forme di dipendenza, sono sempre più numerose.

E' evidente la difficoltà che anche il  Comune di Trento deve affrontare nel continuare a garantire prestazione all'altezza delle necessità emergenti. E' un momento difficile per definire le politiche sociali. Parlare di un sistema integrato diventa perciò indispensabile e significa che i servizi devono trovare prassi comuni di collaborazione avviando un processo che coinvolga tutti i soggetti territoriali, ottimizzando e distribuendo le risorse secondo il principio di sussidiarietà, comprendendo i cittadini meno incapienti e più sensibili, che sono chiamati ad una partecipazione attiva, peraltro già presente a Trento e più in generale in Trentino. Ricordo a questo proposito, come fonte di nuove idee, l'importante pubblicazione “Il Bene comune ha bisogno di te- Idee per il governo della comunità” a cura delle Acli milanesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni che vogliono impegnarsi a fianco dell'Ente pubblico. Analisi di settore ci dicono che il livello ottimale di programmazione delle politiche sociali è proprio quello comunale, nel percorso di costruzione di un sistema di welfare che sappia coinvolgere tutti gli attori presenti in un determinato territorio, in una programmazione partecipata che significa anche assunzione di responsabilità collettiva: riconsiderando i livelli di esigibilità dei cittadini, a volte eccessivi, e d'altra parte le priorità irrinunciabili (infanzia e adolescenza, handicap e disabilità, anziani e malati).

Anche qui serve trovare un modello sostenibile, un welfare che sia in grado di generare risorse proprie, basate sulla corresponsabilità, sulla partecipazione, valorizzando l'apporto dei cittadini, dell'associazionismo e del volontariato come parte integrante dell'azione di governo. Capace di mettere in rete responsabilità e risorse di cui ogni soggetto pubblico e privato è detentore. In un ottica anche restitutiva e non solo esigente.

Piano Urbano della  Mobilità

Nel programma del Sindaco di questa  legislatura il tema della mobilità sostenibile era centrale. Per un'idea di città in cui la tutela dell'ambiente fosse la condizione per garantire il benessere dei cittadini: abbassando le emissioni pericolose, agevolando l'uso dei mezzi pubblici ed in particolare  dei mezzi pubblici ecologici, implementando e favorendo l'uso delle piste ciclabili, incentivando i percorsi pedonali, mettendo a disposizione una rete di trasporti pubblici che facessero dell'intermodalità (più mezzi di trasporto che concorrono in sinergia allo spostamento senza l'uso del mezzo privato), il loro punto di forza: rapidi, capillari, frequenti, competitivi nei costi e nell'utilizzo.

Rileviamo che purtroppo gran parte degli obiettivi sono rimasti sulla carta: la mobilità pedonale e ciclabile poteva essere ulteriormente migliorata ( apprendiamo in questi giorni la messa a cantiere di una pista ciclabile da Gardolo verso Meano, auspicabile vista anche la pericolosità della strada). La recente ottimizzazione delle linee urbane, percorsi ed orari, va nella direzione di favorire l'uso del mezzo pubblico, mettendo i cittadini nelle condizioni di poter viaggiare sicuri e in tempi ragionevoli sulle basi delle necessità lavorative e familiari.

Ma i parcheggi di attestamento restano ancora un sogno nel cassetto e così i collegamenti rapidi con un sistema intermodale di trasporto nella città e verso i comuni limitrofi privilegiando il sistema su rotaia a quello su gomma: il famoso collegamento forte, veloce, silenzioso dell'asse  Nord - Sud, che inizialmente era stato individuato nel VAL, la metropolitana leggera, e successivamente nell'utilizzo della linea  esistente con analoga funzione. Si era parlato di  una mobilità pubblica radiale e circolare con centri di interscambio che evitassero il centro storico, la zona delle stazioni, per intenderci, come unico punto di scambio e ripartenza.  La circolarità, ormai necessaria per la collina est e ovest, ha trovato una prima interessante risposta nella linea 16 che collega l'Argentario con il Polo Sociale di Povo, Mesiano, S. Donà, Cognola, Martignano, Centochiavi e via Guardini, la zona a nord di Trento dove sono presenti molti uffici provinciali.

Si era valutata la possibilità di emettere biglietti urbani per tratti brevi con durata 30 minuti a prezzo ribassato o c'era la proposta di  prevedere autobus gratuiti ogni qual volta venissero sforati i limiti previsti per le polveri sottili nella stagione invernale.

L'allargamento della ZTL, zona a traffico limitato, doveva essere attuato in concomitanza con i nuovi parcheggi di attestamento e i relativi collegamenti, per non creare disagi ai cittadini. E' arrivato a fine legislatura, una legislatura durata ben sei anni!  

Anche la realizzazione di un sistema elettrico di ascensori da piazza Venezia a via della Collina, presso la RSA Angeli Custodi, ex Ospedalino, raccordato ad un percorso pedonale sbarrierato, che serva gli ospiti, i parenti ed anche i residenti è di là da venire.

Così il tema delle isole ambientali, nelle quali  doveva essere dato effettivo spazio alla viabilità pedonale, vincolando il traffico a velocità limitata , gli auspicati 30 km orari previsti ormai in molte città italiane. Si rende necessario infatti estendere  interventi di moderazione della velocità in zone frequentate da bambini e in generale in quelle dove maggiore è il traffico pedonale, oltre l'attuale ZTL.  E attivare semafori a chiamata per i pedoni allorché i semafori risultano spenti, nelle ore notturne, e la visibilità è ridotta, mentre spesso aumenta la velocità dei veicoli.

Le corsie preferenziali per gli autobus, quanto mai utili alla velocizzazione del trasporto pubblico, non sono state implementate . Si doveva riflettere  circa le funzioni e l'utilizzo futuro della Funivia di Sardagna, che necessita di un servizio integrato.  L'annosa vicenda della SP 76, tristemente nota per la sua pericolosità data l'alta percorrenza di mezzi pesanti, l'inquinamento atmosferico e acustico che gli abitanti, in particolare di Meano, sopportano da troppo tempo non ha ancora avuto risposte convincenti.

Come Verdi avevamo dichiarato il pieno assenso a questo Piano Urbano della Mobilità che andava nella direzione di promuovere il risparmio energetico, per la concretezza e la sostenibilità delle proposte e  per la prevista riduzione delle necessità di consumo di energia.  Dobbiamo purtroppo constatare che troppo poco è stato fatto. In qualche caso si trattava di semplici aggiustamenti e di spese davvero molto contenute. Questo del Piano della Mobilità è dunque un elemento molto critico di questa legislatura. Mi auguro che la prossima possa decisamente riprenderlo in mano e pienamente attuarlo.

Ho volutamente lasciato per ultimo il tema del BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE, altrimenti detto Bes, come auspicio di rinnovata attenzione alle persone, ai nostri concittadini, e alla qualità della loro vita.

Il BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE è un indice d misurazione di qualità della vita che si propone di misurare la vivibilità in termini di benessere e progresso di Comuni e Province in tema di ambiente, economia e lavoro. Le analisi coinvolgono anche scienza e cultura.

Per quanto attiene all'Ecosistema urbano, la qualità ambientale ha al suo interno molti indicatori relativi ad acqua, rifiuti, trasporti e mobilità, spazio urbano, energia, politiche ambientali pubbliche e private, diritti e cittadinanza, pari opportunità, salute, istruzione, disagio sociale, partecipazione, tenore di vita, affari e lavoro, popolazione, tempo libero. Dunque non solo supermercati, banche e centri commerciali. Il Bes si interfaccia in modo interessante con il  Prodotto Interno di Qualità, alternativo al PIL,  e parte dalla considerazione che il PIL non può essere l'unico indice sul quale misurare la vita di un paese perché non tiene conto del capitale umano, della conoscenza, dello sviluppo dei servizi alla persona, delle relazioni nel contesto urbano, dell'educazione delle persone a stili di vita corretti per prevenire le malattie e ridurre la spesa sanitaria, della riconversione dell'economia in chiave più sostenibile, mercato del lavoro, innovazione e ricerca. Molte sono le città e le istituzioni italiane che hanno aderito, tra cui Arezzo, Forlì, la Regione Piemonte, la provincia di Pesaro e Urbino, la regione Veneto e l'università Ca' Foscari di Venezia, l'Osservatorio sull'economia sociale e civile in Sardegna, l'ANCI dell'Umbria e decine di piccoli comuni, evidentemente più sensibili al tema della qualità della vita dei propri concittadini, superando gli indici troppo riduttivi e fuorvianti del Pil. Mi permetto di auspicare qualche passo del nostro Comune nel senso di questo nuovo interessante indicatore del Benessere Equo e Sostenibile per misurare, oltre alle banche e ai supermercati, alla finanza, la vita vera, le aspettative, le necessità, la fatica di vivere, la partecipazione alle scelte,  dei propri concittadini.

Lucia Coppola
consigliere comunale Verde a Trento

 

      Lucia Coppola

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